“Orientare” significa mettere la persona nella condizione di prendere coscienza di sé con l’obiettivo di raggiungere il pieno sviluppo delle proprie potenzialità. Nelle politiche europee e nazionali per la realizzazione degli obiettivi e delle strategie di “Lisbona 2010” e di “Europa 2020”, l’Orientamento è riconosciuto come diritto permanente di ogni persona, che, in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni, è ormai considerato come parte integrante del percorso formativo di ogni persona: una risorsa indispensabile per pianificare al meglio il proprio progetto di vita. Alla scuola è riconosciuto un ruolo centrale nei processi di orientamento: ad essa spetta il compito di sviluppare le competenze orientative di base, le competenze chiave di cittadinanza e realizzare attività di accompagnamento e di consulenza orientativa per aiutare i giovani “a utilizzare/valorizzare quanto appreso a scuola per costruire progressivamente la propria esperienza di vita e per operare le scelte necessarie”. L’orientamento assume una grande importanza nel processo formativo, in particolare nei momenti di passaggio da un ordine di scuola all’altro: i dati statistici del MIUR, infatti, documentano che è proprio tra la scuola di primo e di secondo grado e tra quella di secondo grado e l’istruzione superiore che emerge maggiormente il fenomeno dell’insuccesso e la conseguente dispersione scolastica. Con la nota 4232 del 19 febbraio 2014, il MIUR ha trasmesso le "Linee guida nazionali per l'orientamento permanente", che sostituiscono quelle emanate con la Circolare Ministeriale 43/09, di cui però costituiscono il naturale sviluppo. Le “Linee guida” segnalano l’importanza di un coordinamento territoriale degli interventi e delle azioni nell’intervenire a favore dei giovani, in particolare di quelli a rischio, per sostenere la loro inclusione sociale, tenuto conto che attualmente la principale fonte di orientamento per i giovani è la famiglia.
